“Signore, Padre santo, conferma il proposito di questo tuo figlio e fa’ che la grazia del Battesimo per questo nuovo vincolo della professione cresca e porti in lui pienezza di frutti in una vita consacrata alla tua lode e all’edificazione del tuo regno”. È con questa invocazione che la nostra fraternità religiosa ha pregato per fra Giuseppe Lauri, sabato 15 novembre, nella chiesa del nostro convento di Brescia. La liturgia è poi proseguita con questa preghiera: “Tu o Padre, con la voce misteriosa dello Spirito Santo hai attratto innumerevoli figli a seguire Cristo Signore e a lasciare ogni cosa per aderire generosamente a te in un eterno patto di amore e dedicarsi al servizio dei fratelli.”
Rispondendo a questa stessa voce, nel 2007 fra Giuseppe è entrato nella famiglia carmelitana dopo una laurea in Giurisprudenza e una ben avviata e ormai decennale carriera di civilista. Ora, con la professione solenne dei tre voti di obbedienza, castità e povertà, la sua adesione alla famiglia del Carmelo è diventata definitiva. Così come Abramo, ricordato nella prima lettura scelta per la celebrazione, che dovette lasciare terra, parentela e patria perché la benedizione del Signore potesse effondersi liberamente su di lui e su tutte le famiglie della terra. O così come i due discepoli di Emmaus, nel Vangelo che ha accompagnato la professione, che dall’incontro col Risorto e con la sua Parola hanno saputo far ardere non solo i propri cuori ma anche tutti quelli verso i quali si son poi slanciati con passione. E’ esattamente ciò di cui anche oggi ha bisogno la Chiesa, come ha ricordato il provinciale P. Aldino Cazzago nell’omelia, citando un prezioso discorso del beato Paolo VI ai giovani studenti del Teresianum nel febbraio 1966: “[La Chiesa] Ha bisogno di chi prega; ha bisogno di chi sta sospeso sul monte, per essere davvero folgorato dalla luce della parola di Dio e che da questa folgorazione manda luce e grazia poi su tutto il corpo della Chiesa. Ha bisogno ancora oggi di vita contemplativa. Ha bisogno di chi ascolta le lezioni sublimi, gravi e difficili, di S.Teresa e S.Giovanni della Croce. Ha bisogno di chi abbia l’audacia di una scelta così unica e, si direbbe, così “innaturale” come la vostra. Ha bisogno dell’eroismo spirituale che diventa vostra professione. Ha bisogno di anime che si lascino assorbire totalmente dal colloquio e dalla imminenza di Dio. […] E se qualcuno di voi — sempre auspice il vostro superiore — è chiamato anche, diciamo a «distrarsi» nella vita attiva, non creda che questo offenda la grande vocazione, direi esclusiva, a cui destinate la vostra vita: la integra! Le dà l'esperienza del «dare ciò che è ricevuto», che è molto più perfetto che non il ricevere solo.” Fra Giuseppe continuerà ora la sua consacrazione al servizio della Chiesa con l’ordinazione diaconale che si terrà a Brescia nel monastero delle monache carmelitane di S.Giuseppe, domenica 23 novembre alle ore 16, per le mani di Mons. Luigi Stucchi, vescovo ausiliare di Milano.