di Gabriella Trevisan
La riconsegna della ricca facciata della Chiesa degli Scalzi (Venezia) alla fruizione del pubblico, concludendo una lunga stagione di lavori, assieme alla meraviglia per il gioiello ritrovato fa percepire ancor più acutamente il peso della scomparsa di un capolavoro che nessun restauro potrà mai restituirci e che in antico spiccava come suggello dell’intero programma decorativo orchestrato dai frati: il sublime soffitto della chiesa affrescato da Giambattista Tiepolo nel 1743-45 e sciaguratamente distrutto in un bombardamento aereo nel 1915.
È muovendo da questa nostalgia, e con la coscienza che alla distruzione materiale non deve far seguito la cancellazione del ricordo, che si è voluto proporre una sorta di “restauro della memoria” affidato alla ricerca e alla voce dello storico dell’arte Francesco Trentini (Università Ca’ Foscari di Venezia).
Sarà proposta una dettagliata lettura iconologica del perduto affresco avendo cura di spiegarne la storia materiale e la dinamica di commissione alla luce della ricerca pittorica di Tiepolo in dialogo con la committenza carmelitana veneziana di quegli anni. Poiché però il grande soffitto non è che il capitolo conclusivo di un rapporto di lunga durata instauratosi tra carmelitani e Tiepolo fin dalla sua giovinezza, sarà questa l’occasione per una rivisitazione dei primi anni di attività del pittore e della singolare vicenda che lo portò a essere scelto dai frati per la decorazione della cappella di Santa Teresa in occasione della celebrazione del centenario della canonizzazione della mistica di Avila.
Nasce così Giambattista Tiepolo agli Scalzi, un percorso in due tappe, tra immagine, teologia e storia che permetterà di scoprire il contributo del carisma carmelitano e del contesto degli Scalzi nella maturazione artistica e poetica del più grande pittore veneziano del XVIII secolo.