di Teodolinda Levi ocds
L’appuntamento annuale degli Esercizi Spirituali OCDS (Roveré Veronese 22 – 26 agosto) quest’anno è stato arricchito dalla presenza dell’urna con le reliquie di S. Elisabetta della Trinità che dal 1° settembre inizierà la peregrinatio per i Monasteri e i Conventi d’Italia.
Dopo aver saputo che la nostra richiesta dell’urna era stata accolta abbiamo cercato di organizzare alcuni momenti forti da vivere alla presenza di S. Elisabetta. Se la nostra fede ci dava la certezza che, per la comunione dei Santi, ella era presente e unita misticamente a noi ancora pellegrini sulla terra, il nostro cuore lo ha sensibilmente provato: la sua presenza è stata sperimentata da ciascuno dei partecipanti come viva e reale.
Una presenza discreta che ha aggiunto importanza e valore alle profonde meditazioni di Padre Bruno Moriconi ocd sul tema “Creati per scoprirci figli di Dio”. Attraverso le varie tappe della storia della salvezza, dalle origini fino all’Incarnazione, Morte e Resurrezione di Cristo, Padre Bruno ci ha guidati a riscoprire la nostra grande dignità di figli di Dio, pensata e “sognata” dal Padre fin dall’inizio del mondo, quando ci ha creati a Sua immagine e somiglianza.
Immagine e somiglianza che ha potuto concretizzarsi e realizzarsi perfettamente solo nel Figlio che diventa veramente il riflesso più vero ed autentico della nostra umanità. In Lui, nostro fratello, noi veniamo trasformati interiormente ed ereditiamo la Sua stessa natura divina: «E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo» (Rm 8, 17). Solo in Lui ritroviamo la nostra vera immagine e solo in Lui Dio può guardarci come da sempre ci ha desiderato, come “figli nel Figlio”.
Una storia lunga e travagliata quella della nostra salvezza segnata da promesse di Dio e fallimenti nostri, da alleanze rinnovate e ripetutamente tradite.
Chi non si sarebbe stancato di tanta infedeltà? Solo un Dio Amore che, nonostante tutto, guarda sempre alla sua creatura con lo stesso sguardo con cui dall’eternità l’ha voluta e l’ha creata. E se Dio è Amore non lo è in maniera teorica e generica, ma intima e personale: vuol dire che ci ama, che ama proprio ciascuno di noi in maniera unica e irrepetibile.
Questo mistero d’amore ha intessuto la vita di S. Elisabetta e da questo mistero ella si è sentita profondamente inabitata tanto da trasformare ogni momento di gioia o di dolore della sua breve esistenza in una laudem gloriae Dei.
Ci sono stati alcuni momenti particolarmente intensi vissuti alla presenza di S. Elisabetta:
- La concelebrazione eucaristica del venerdì 24 presieduta da S.E. mons. Giuseppe Zenti, Vescovo di Verona, insieme al nostro Padre Provinciale, P. Aldino Cazzago, al nostro Delegato Provinciale, P. Aldo Formentin, e a due nostri Padri Assistenti, P. Faustino Macchiella e P. Ignazio Pigozzo.
La presenza fra noi del Vescovo, come Rappresentante non solo della Diocesi di Verona, ma dell’intera Chiesa di Dio ha contribuito a inserire questo evento nella sua giusta dimensione ecclesiale, in quanto S. Elisabetta, particolarmente cara a noi Carmelitani, è testimone di santità per tutta la Chiesa e per essa lei, vissuta nel fiducioso abbandono a Dio, intercede in questo momento storico in cui l’uomo sembra aver perso la coscienza della sua dimensione creaturale in cambio di una autosufficienza che si rivela sempre più sterile e deleteria.
Lo ha sottolineato bene il Vescovo quando ha detto: «Ora, proprio la spiritualità carmelitana, nella sua intima essenza proclama e testimonia l’assoluto di Dio. E questa è una grossa sfida a quell’umanesimo che ha deciso titanicamente di crearsi una storia di civiltà senza Dio. In realtà, sopprimendo Dio dalla vicenda umana, l’umanità si disumanizza. In modo progressivo ed inarrestabile crea condizioni diffuse di barbarie espresse dalla cultura dell’io, dell’individualismo, dell’egoismo, della superbia, della prepotenza, dell’arrivismo, della cattiveria». E ha continuato affermando che, nonostante il male imperversante: «A vincere è il Crocifisso Risorto».
- La veglia di preghiera davanti all’urna, iniziata con una riflessione di Padre Bruno e proseguita con la lettura di alcuni passi tratti dagli Scritti di Elisabetta e alternati a pause di silenzio, di canto e di preghiera.
- Il canto della Salve Regina dopo i Primi Vespri della domenica, come usano fare ogni sabato i Padri e le Monache. Il lumino acceso che ciascuno aveva in mano simboleggiava la devozione a Maria da sempre nostra Sorella e Madre, come anche suonava il titolo della settima meditazione del Padre.
- E infine la processione, accompagnata dal canto “Flos Carmeli”, al seguito dell’urna di Elisabetta che ritornava a Ferrara da cui era partita.
Grazie Padre Bruno per le sue meditazioni che ci hanno fatto riscoprire il Volto di un Dio Padre, Madre, Fratello e Amico che sembra non avere altro pensiero che quello di amarci e farci partecipi della sua vita divina.
E grazie a te Elisabetta, nostra amica e compagna nel cammino di perfezione verso quella meta di Luce e di Amore che ora godiamo solo nelle tenebre, ma che un giorno godremo in pienezza insieme a te. Intanto, mentre percorriamo il nostro itinerario terreno, ti invochiamo come nostra protettrice, fiduciosi nelle tue parole: “Chiamami e io sarò felice di aiutarti…”.