di P. Ermanno Barucco ocd
Nove meditazioni bibliche trasposte in musica per organo
Sabato 6 dicembre nella chiesa dei padri Carmelitani Scalzi di Bruxelles è stata eseguita l’opera del compositore francese Olivier Messiaen (1908-1992), “La Natività del Signore” (1935), costituita da nove meditazioni per organo della durata complessiva di circa un’ora. Le numerose composizioni di questo fecondo musicista traggono fondamento e ispirazione da un’intensa sensibilità religiosa provenientegli dalla sua fede cattolica e per l’attività svolta per sessant’anni, dal 1931 fino alla morte, di organista a servizio della liturgia nella chiesa della Santa Trinità a Parigi. Il suo essere musicista credente si coniuga con un profondo amore per la natura nel coglierne le voci e i suoni, insieme ad un’ampia conoscenza delle tradizioni musicali di vari popoli. Nel 1988 gli venne conferito il “Premio internazionale Paolo VI” per il ruolo svolto a diffusione della cultura cristiana attraverso la musica.
Al di là dell’analisi musicale e stilistica riguardanti “La Natività del Signore” (per cui si rilevano influssi dei canti tradizionali natalizi, dei ritmi indù oppure dei diversi suoni del canto degli uccelli), o al di là di un vago riferimento ai temi del Natale e dell’Incarnazione del Verbo, è più raro venire a sapere che O. Messiaen parte proprio da alcuni versetti della Sacra Scrittura per trasporli in musica. O meglio per far risuonare nuovamente la Parola di Dio nei suoni e nei “colori” delle note. Noi che abbiamo ascoltato la splendida esecuzione dell’organista Yoann Tardivel, professore del Conservatorio reale di Bruxelles, vogliamo proporvi il percorso immaginato dall’autore con le sue “meditazioni” bibliche cercando di evocare quelle musicali e aggiungendovi alcune personali riflessioni.
I. La Vergine e il Bambino
«Concepito da una Vergine, un bambino è nato per noi, un Figlio ci è stato dato. Esulta grandemente, figlia di Sion! Ecco, a te viene il tuo re. Egli è giusto e umile» (cf. Is 9,5; Zc 9,9).
Noi possiamo pronunciare una parola facendola diventare una serie di suoni che si susseguono, quindi la parola diventa musica: il Padre pronuncia il suo Verbo eterno nei suoni della nostra umanità, l’Incarnazione è musica, il Verbo risuona nella carne umana. Ecco che la Vergine compone insieme a Dio questa musica e la ascolta piena di gioia.
II. I Pastori
«Dopo aver visto il Bambino deposto in una mangiatoia, i pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio» (cf. Lc 2,20).
Il cammino verso la capanna è scandito dal ritmo dei passi, nota dopo nota, ma ecco il suono dello stupore davanti al bambino, un bambino come tutti gli altri eppure così unico. Il cammino di ritorno dei pastori è la strada che conduce al cuore del mistero, come se andandosene dalla capanna cominciassero a meditare sul disegno eterno di Dio.
III. Il disegno eterno
«Dio, nel suo amore, ci ha predestinato a essere per lui figli adottivi, mediante Gesù Cristo, a lode della sua grazia» (cf. Ef 1,5-6).
Se questo bambino appena nato da questa donna è il Figlio di Dio, anche gli uomini possono ricevere una grazia che li rende simili a questo bambino, grazie a questo bambino. Una grazia che Dio aveva preparato fin dall’inizio.
IV. Il Verbo
«Il Signore mi ha detto: Tu sei mio figlio. Dal suo seno, prima che l’aurora esistesse, egli mi ha generato. Io sono l’immagine della bontà di Dio, io sono il Verbo della vita, fin dal principio (cf. Sal 2,7; 109,3; Sap 7,26; 1 Gv 1,1).
Qui non c’è più l’andare e il tornare dei pastori, il movimento ritmico dei suoni in orizzontale, ma il movimento verticale di discesa nelle profondità di Dio, in questo movimento musicale discendente verso il “basso”, nella discesa insieme a Dio che conduce a scoprirlo mentre si rivela: il Figlio generato dal Padre è l’immagine di Dio, è il suo Verbo “eterno”, in una lunghezza interminabile di suoni “gravi”.
V. I figli di Dio
«A tutti coloro che l’hanno accolto, il Verbo ha dato il potere di diventare figli di Dio. E Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio, il quale grida: Padre, Padre» (cf. Gv 1,12; Gal 4,6).
C’è il grido di esultanza per la grazia dell’elevazione alla dignità sublime di figli di Dio in un crescendo di suoni; ma poi c’è la pace, lenta e dolce armonia, suscitata dal bene ricevuto e che non potrà mai essere perduto.
VI. Gli Angeli
«La moltitudine dell’esercito celeste lodava Dio e diceva: Gloria a Dio nel più alto dei cieli!» (cf. Lc 2,13-14).
Trombe innumerevoli suonano il “Gloria in excelsis Deo” nella forma musicale di una “toccata” di una incredibile gioia, gli angeli scendono e salgono la scala armonica che tocca il cielo e arriva fino a terra: è nato, è nato il bambino a Betlemme.
VII. Gesù accetta la sofferenza
«Entrando nel mondo Cristo dice a suo Padre: Tu non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato, un corpo invece mi hai preparato. Eccomi» (cf. Eb 10,5-7).
Il Figlio di Dio ha detto sì al Padre suo per diventare uomo, e nel suo corpo d’uomo accoglie tutti noi e tutte le nostre sofferenze, come lance musicali che lo trafiggono.
VIII. I Magi
«I Magi partirono, ed ecco, la stella li precedeva» (cf. Mt 2,11).
I Magi corrono saltellanti seguendo la stella, al suo ritmo, un, due, tre! Un, due, tre! Avanzando insieme si avvicinano a scoprire il Re bambino che è nato anche per loro, viandanti alla ricerca dello splendore del vero che, nel bambino tra le braccia di Maria, si rivela ai loro occhi.
IX. Dio in mezzo a noi
«Parola di colui che ha ricevuto la comunione eucaristica, della Vergine, di tutta la Chiesa: colui che mi ha creato ha riposato nella mia tenda. Il Verbo si è fatto carne e ha abitato in me. L’anima mia magnifica il Signore, il mio spirito esulta in Dio mio salvatore» (cf. Sir 24,8; Gv 1,14; Lc 1,46-47).
Il Canto finale è canto di azione di grazie dopo la comunione eucaristica: Dio è tra noi, è in noi, e noi riviviamo l’esultanza della Vergine che magnifica il Signore: magnificat! magnificat! magnificat anima mea Dominum!